Silvio Canal nasce a Tesero (Val di Fiemme, provincia di Trento) il 21 agosto 1920, primogenito di Giuseppe e Angela Vinante. Dopo di lui nascono il fratello Aldo (1921) e la sorella Giuliana (1923). Suo padre Giuseppe, nei difficili anni dopo la Grande Guerra, lavora come magazziniere contabile presso la Famiglia Cooperativa di Tesero. Nel 1925, tuttavia, a causa delle gravi difficoltà attraversate dall’azienda, egli perde il posto di lavoro e così decide di lasciare la Val di Fiemme per stabilirsi con la famiglia a Merano (Alto Adige, provincia di Bolzano) e rifarsi una vita. Nella città del Passirio, Silvio trascorre gli anni dell’infanzia e poi l’adolescenza.
Il trasferimento a Milano
Nel 1939, a diciannove anni, Silvio decide di partire alla volta di Milano: la metropoli lombarda – già allora fulcro dello sviluppo economico-industriale italiano – è il luogo ideale per un giovane, che ha tutta vita davanti a sé, per provare a realizzare i propri sogni. Il 1° settembre 1939 (data di inizio del secondo conflitto mondiale) entra in servizio come impiegato all'Ufficio Orari delle Ferrovie dello Stato e contemporaneamente si iscrive alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Pavia, conciliando così studio e lavoro.
L’adesione alla Resistenza partigiana e la cattura
Dopo il 25 luglio 1943, si unisce al movimento antifascista e partecipa alle prime azioni partigiane condotte dai ferrovieri milanesi. Avendo saputo di essere ricercato dai tedeschi, nell’autunno raggiunge per un breve periodo la famiglia a Merano, per poi tornare a Milano con l’intento di riprendere l’opera di sabotaggio ai trasporti ferroviari. L'11 novembre 1943 viene arrestato - probabilmente a causa di una delazione - e tradotto nel carcere di San Vittore, dove subisce duri interrogatori, sopportandoli senza proferire parola. Dalla prigione, il 5 gennaio 1944, scrive su un biglietto un breve messaggio indirizzato ai famigliari, allo scopo di rincuorarli e di rassicurarli circa il proprio stato di salute fisica e mentale: "Carissimi, quattro parole affidate... al vento. Sto bene, benissimo, l'unica mia preoccupazione è per voi. Vorrei comunicarvi la mia tranquillità di spirito. Vi abbraccio, a presto, Silvio".
La deportazione e la morte
Dopo poco più di un mese, il 18 febbraio 1944 il giovane viene caricato su un convoglio partito da Torino alla volta di Mauthausen, dove giunge il 21 febbraio e viene immatricolato con il numero 55372 e la qualifica di "politico". Alcuni giorni dopo viene mandato nel sottocampo di Gusen I (Blocco 8) per essere impiegato nei lavori di costruzione del campo di Gusen II, dove verrà poi trasferito (Blocco 2). Qui Silvio si ammala a causa di un’epidemia di tifo petecchiale e trova la morte l'11 gennaio 1945, all'età di soli 24 anni. Secondo un’altra versione - ossia la relazione di un suo compagno di prigionia citata nell’Annuario dell’Università di Pavia del 1946 - la causa effettiva di morte fu l’impiccagione per essersi sottratto (forse proprio a causa delle pessime condizioni di salute, ndr) al lavoro nelle gallerie destinate ad accogliere officine per la costruzione di aeroplani militari. Nel dopoguerra. Il 14 maggio 1946, l’Università degli Studi di Pavia riconosce a Silvio Canal, così come agli altri suoi studenti defunti a causa della guerra, la laurea ad honorem postuma. Un riconoscimento che si evince anche dalla dicitura riportata sul ricordo funebre: “Dott. Silvio Canal, perito nel campo di eliminazione di Gusen II (Mauthausen) l’11 Gennaio 1945 per la causa della «libertà»”.
Massimo Cristel, un parente
Fonti e riferimenti bibliografici:
* AA.VV., Almeno i nomi. Civili trentini deportati nel Terzo Reich. 1939-1945, Laboratorio di Storia di Rovereto, Tipografia Editrice Temi, Trento, marzo 2013, pp. 158-159
* Deflorian Paolo, La Famiglia Cooperativa di Tesero dal 1896 al 1996, edito a cura della Famiglia Cooperativa di Tesero e Panchià, tipografia Nova Print, Cavalese (TN), dicembre 1997, pp. 69 e 76
* Annuario dell’Università di Pavia 1946, pp. 57 e 64 [Annuario 1944-47 | Annuari dell'Università di Pavia (1859-2003) (unipv.it)] * Storia (unipv.it)
* ANPI Voghera | CENTRO DOCUMENTAZIONE RESISTENZA - Nostri Resistenti in altre zone - Lettera C
Herkunft:von Tesero nach Meran
Silvio Canal wird am 21. August 1920 in Tesero (Val di Fiemme, Provinz Trento) als erstes Kind von Giuseppe und Angela Vinante geboren. Danach kommen der Bruder Aldo (1921) und die Schwester Giuliana (1923) auf die Welt. Sein Vater Giuseppe arbeitet in den schwierigen Jahren nach dem Großen Krieg als Lagerbuchhalter bei der Kooperative Famiglia Cooperativa von Tesero. 1925 verliert er aufgrund der ernsthaften Schwierigkeiten des Unternehmens seine Arbeit und so beschließt er, das Val die Fiemme zu verlassen, um sich mit seiner Familie in Meran (Alto Adige, Provinz Bozen) anzusiedeln und ein neues Leben zu beginnen. Silvio verbringt seine Kindheit und Jugendzeit in der Stadt am Passer.
Übersiedelung nach Mailand
1939 beschließt Silvio mit 19 Jahren nach Mailand zu übersiedeln: Die lombardische Metropole, die bereits damals ein Zentrum der wirtschaftlichen und industriellen Entwicklung Italiens war, ist der ideale Ort für einen jungen Mann, der sein ganzes Leben vor sich hat, um zu versuchen, seine Träume zu verwirklichen. Am 1. September 1939 (Anfangsdatum des Zweiten Weltkriegs) beginnt er seinen Dienst als Angestellter im Fahrplanbüro der Staatsbahnen Ferrovie dello Stato. Zur selben Zeit schreibt er sich auch auf der Fakultät für Politikwissenschaften auf der Universität von Pavia ein und vereinbart Arbeit und Studium.
Beitritt zur Resistenza der Partisanen und Gefangennahme
Am 25. Juli 1943 schließt er sich der antifaschistischen Bewegung an und nimmt an den ersten Partisanenaktionen der Mailänder Bahnarbeiter teil. Nachdem er erfahren hat, dass er von den Deutschen gesucht wird, geht er im Herbst für kurze Zeit zur Familie nach Meran. Er kehrt jedoch bald nach Mailand zurück, mit der Absicht, die Sabotageakte auf die Bahntransporte wieder aufzunehmen. Am 11. November 1943 wird er – vermutlich infolge einer Denunziation – verhaftet und in das Gefängnis San Vittore gebracht, wo er harten Verhören unterzogen wird, bei denen er aber nichts preisgibt. Am 5. Jänner 1944 schreibt er eine knappe Nachricht, die an die Familie gerichtet ist. Diese Nachricht soll der Familie Mut machen und sie hinsichtlich seines physischen und psychischen Zustands beruhigen: „Meine Lieben, ein paar Worte, die …. dem Wind anvertraut sind. Mir geht es gut, sehr gut. Meine einzige Sorge gilt euch. Ich möchte euch sagen, dass ich ganz ruhig bin. Ich umarme euch, bis bald, Silvio“.
Deportation und Tod
Nach knapp mehr als einem Monat kommt der junge Mann am 18. Februar 1944 auf einen Konvoi, der von Turin nach Mauthausen fährt, wo er am 21. Februar ankommt und mit der Nummer 55372 als „politischer” Häftling registriert wird. Wenige Tage danach schickt man ihn ins Außenlager Gusen I (Block 8), wo er bei den Bauarbeiten für das Lager Gusen II eingesetzt wird. Schließlich wird er nach Gusen II in Block 2 verlegt. Hier erkrankt Silvio wegen einer Fleckfieberepidemie und verstirbt am 11. Jänner 1945 im Alter von nur 24 Jahren. Einer seiner Haftkameraden berichtet im Jahrbuch der Universität Pavia von 1946 jedoch, dass Silvio gehängt wurde, weil er sich der Arbeit in den Stollen, die für die Produktion von Militärflugzeugen bestimmt waren (vielleicht aufgrund seines schlechten Gesundheitszustands, Anm. d. Red.) entzogen hatte. Nach dem Krieg verleiht die Universität Pavia Silvio Canal und den anderen im Krieg verstorbenen Studenten am 14. Mai 1946 den Studienabschluss ad honorem postuma. Diese Anerkennung ist auch auf der Trauerparte vermerkt: “Dr. Silvio Canal, im Vernichtungslager Gusen II (Mauthausen) am 11. Jänner 1945 für die „Freiheit“ ums Leben gekommen.“
Massimo Cristel, entfernter Verwandter
Quellen und bibliografische Verweise:
* AA.VV., Almeno i nomi. Civili trentini deportati nel Terzo Reich. 1939-1945, Laboratorio di Storia di Rovereto, Druckerei Editrice Temi, Trento, März 2013, S. 158-159.
* Deflorian Paolo, La Famiglia Cooperativa di Tesero dal 1896 al 1996, edito a cura della Famiglia Cooperativa di Tesero e Panchià, Druckerei Nova Print, Cavalese (TN), Dezember 1997, S. 69 e 76.
* Jahrbuch der Universität Pavia 1946, S. 57 u 64 [Jahrbuch 1944-47 | Jahrbücher der Universität Pavia (1859-2003) (unipv.it)] * Storia (unipv.it)
* ANPI Voghera | CENTRO DOCUMENTAZIONE RESISTENZA - Nostri Resistenti in altre zone - Lettera C