Di anni 21. Nato il 17 febbraio 1924 a Pavia, ma residente a Milano dal 1936. Assunto alle Ferrovie dello Stato, frequenta i corsi per conseguire il diploma di perito industriale. Dopo l’armistizio, nell’ottobre 1944 si collega con il comando Piazza di Milano ed entra nelle fila della 1ª Brigata del Popolo. Il 14 novembre successivo lascia la casa dei genitori e si sposta in Valtellina per unirsi ai partigiani di una formazione dislocata a Val Masino (SO, in fraz. San Martino). Catturato dai tedeschi il 30 novembre, nel corso di un rastrellamento, Enrico Viscardi viene incarcerato prima a Sondrio, quindi a Milano (nel penitenziario di San Vittore). Trasferito nel braccio tedesco del carcere l’11 dicembre, il 21 è deportato al campo di concentramento di Bolzano. Inviato al lager di Mauthausen, vi giunge il 4 febbraio 1945. Il 17 dello stesso mese viene smistato a Gusen, dove si spegnerà l’11 marzo 1945.
Lettera ai famigliari, scritta in data 14-11-1944, giorno in cui decise di unirsi ai partigiani della Valtellina:
“... non pensate che vi sia forzato dai partigiani, ci vado perché vi sono chiamato dal mio destino: pensate che il dolore che ora provate non è niente in confronto a quello che provereste se io non facessi questo. Parto con il morale altissimo. Fate conto che io sia a militare...”
Igor Pizzirusso
INMSLI – Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, Milano
Enrico Viscardi wurde 21 Jahre alt. Er wurde am 17. Februar 1924 in Pavia geboren, war aber seit 1936 in Mailand ansässig. Er war bei den italienischen Staatsbahnen angestellt und machte eine Ausbildung zum Industriekaufmann. Nach dem Waffenstillstand schloss er sich dem Mailänder Comando Piazza an und wurde Mitglied der 1. Brigata del Popolo. Am 14. November verließ er sein Elternhaus und schloss sich im Valtellina einer in Val Masino (SO, Ortsteil San Martino) stationierten Partisanenformation an. Am 30. November wurde er von den Deutschen im Zuge einer Razzia gefangen genommen und zuerst nach Sondrio gebracht. Danach kam er nach Mailand in das Gefängnis San Vittore. Am 11. Dezember verlegte man ihn in den deutschen Sektor des Gefängnisses und am 21. Dezember wurde er nach Bozen deportiert. Am 4. Februar 1945 kam er schließlich in das Konzentrationslager Mauthausen und am 17. Februar brachte man ihn nach Gusen, wo er am 11. März 1945 verstarb.
Brief an seine Familie vom 14. November 1944, dem Tag, an dem er beschloss, sich den Partisanen im Valtellina anzuschließen:
„ … glaubt nicht, dass ich von den Partisanen gezwungen werde. Ich gehe, weil mich mein Schicksal ruft: Denkt daran, der Schmerz, den ihr jetzt empfindet, ist nichts im Vergleich zu dem Schmerz, den ihr hättet, wenn ich das nicht machen würde. Ich gehe in bester Gemütsverfassung weg. Stellt euch vor, ich wäre ein Soldat …“
Igor Pizzirusso
INMSLI – Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, Mailand