Nato a Schio (VI) il 19 febbraio 1905 da Giuseppe e Irene Rossi. Di professione calzolaio e, più tardi, tintore, era un provetto ginnasta e un discreto violinista. Denunciato da un concittadino che lo sapeva coinvolto nel recupero di armi assieme a Pierfranco Pozzer, fu arrestato a Schio nel novembre 1944. Trasferito al carcere di San Biagio a Vicenza, il 21 dicembre fu tradotto al Durchgangslager di Bolzano e, infine, l’8 gennaio 1945, con il trasporto 501, fu deportato a Mauthausen. Il 10 febbraio 1945, terminata la quarantena, fu trasferito al vicino lager di Gusen, dove morì il 29 marzo 1945.
Il 2 gennaio 1945, quando nel lager di Bolzano si sparse la notizia di un prossimo trasferimento, inviò un breve messaggio al cognato Antonio, nel quale salutava la fidanzata Cesira e il nipote Emilio:
“2.1.45
Caro Antonio,
non so proprio come ringraziarvi voi tutti e Cesira; se avrò grazia di tornare mi ricorderò, se non tornassi allora resterò in debito; dite a Miglietto che conservi il mio violino in memoria e se venite o spedite pacchi mi raccomando soltanto pane, pane, pane e pane, anche tabacco e cartine.
L´indirizzo per i pacchi e la posta è il seguente: Galvan Italo Ma.la 7521 - Blocco E - Campo di concentramento di Bolzano.
Il pane magari biscotto e poi schiacciato così prenderà meno posto.
Saluti e baci a tutti anche a Cesira.
Italo”.
Ugo de Grandis
Centro Studi Igino Piva „Romero“, Schio (Vicenza)
Italo Galvan wurde am 19. Februar 1905 als Sohn von Giuseppe und Irene Rossi in Schio (VI) geboren. Vom Beruf war er Schuster und später Färber. Er war ein geschickter Turner und spielte recht gut Violine. Er wurde im November 1944 in Schio verhaftet, nachdem er von einem Mitbürger verraten wurde, der über sein Mitwirken an der Beschaffung von Waffen gemeinsam mit Pierfranco Pozzer Bescheid wusste. Galvan wurde zuerst in das Gefängnis von San Biagio in Vicenza und dann am 21. Dezember in das Durchgangslager von Bolzano gebracht. Am 8. Jänner 1945 wurde er schließlich mit dem Transport 501 nach Mauthausen deportiert. Am 10. Februar 1945 wurde er nach der Quarantäne in das Nahe Lager Gusen verlegt, wo er am 29. März 1945 verstarb.
Als sich am 2. Jänner 1945 die Nachricht über eine bevorstehende Verlegung verbreitete, schickte er eine kurze Nachricht an seinen Schwager Antonio, in der er die Verlobte Cesira und den Neffen Emilio grüßte:
„2.1.45
Lieber Antonio,
ich weiß gar nicht, wie ich Cesira und euch allen danken kann. Wenn mir die Gnade zuteil wird, zurückzukehren, werde ich mich daran erinnern. Sollte ich nicht zurückkommen, stehe ich in eurer Schuld. Sag Miglietto, er soll meine Geige als Andenken aufheben und wenn ihr kommt oder Pakete schickt, dann bitte nur Brot, Brot, Brot und nochmals Brot und auch Tabak und Zigarettenpapier.
Die Postadresse für die Pakete ist die folgende: Galvan Italo Ma.la7521 - Block E – Konzentrationslager von Bolzano.
Das Brot kann auch getrocknet sein, am besten soll es flach sein, damit es weniger Platz braucht.