Di anni 59. Nato il 27 aprile 1885 a Verona. Sposato e padre di quattro figli. Di professiore imprenditore. Dopo l’apprendistato in Francia, nel 1910 apre un’azienda a Lissone (MI), che si occupa sia della tranciatura del legno che della vendita del prodotto lavorato ai numerosi mobilifici della zona. Antifascista sin dagli anni Venti, il 26 luglio 1943 celebra la caduta di Mussolini sfilando per le strade di Lissone alla testa di un piccolo corteo, con in mano un cartello raffigurante Badoglio. Il suo gesto non passa inosservato e, con l’instaurarsi della Repubblica sociale italiana (R.S.I.), Mazzi viene presto tratto in arresto. Incarcerato a Monza, subisce numerosi interrogatori da parte delle SS, prima di essere trasferito al penitenziario milanese di San Vittore, il 23 febbraio 1944. Deportato al campo di concentramento di Fossoli nell’estate successiva, il 5 agosto è inviato al Lager di Mauthausen e quindi al sottocampo di Gusen I, dove si spegne il 9 aprile 1945.
Lettera alla Moglie, scritta in data 17-09-1944, Campo di concentramento di Fossoli (Modena):
“Mazzi Attilio N 309
Campo di Concentramento di Fossoli (Modena)
17-9
Carissima Augusta
Non avendo mai ottenuta risposta alle mie lettere, avevo pensato di mandare questa lettera al Mauri a mezzo di una signorina di Lissone che un mio amico, suo fidanzato, attendeva oggi o domani. Sono dolente nell’apprendere quanto sia stato penoso il tuo viaggio – povera Nuccia abbi pazienza e perdonami, ma cosa vuoi avevo tanta, tanta voglia di vederti. Cosa vuoi ho il presentimento che non ti vedrò mai più. Oggi abbiamo passato momenti tragici e io non fui colpito dalle raffiche delle mitragliatrici per un vero miracolo, venti centimetri più basso e sarei stato colpito in piena – forse sarebbe stato meglio – io sono ormai vecchio e malato; date le mie condizioni a che pro vivere?
Non che abbia paura: tutt’altro te lo giuro; se tu potessi immaginare solo in parte a traverso quali prove sono già passato senza mai tremare, ne saresti più che convinta – ma d’altra parte cosa vuoi sono stanco e soprattutto, ripeto, ammalato. Ad ogni modo, qualunque cosa avvenga, tu dovrai essere fiera del nome che porti. Io non mi sono mai pentito d’essere stato , e lo sarò sempre, un vero italiano – lo dissi e lo ripetei ai miei inquisitori con la testa alta. Ci tengo a ripetere perché tu lo possa un giorno dire ad Alberto, Aldo e Alma quando poverini saranno in grado di sapere e capire. Da qualche giorno ho preso la direzione di un laboratorio da falegname – passo così le mie giornate lavorando felice di non dover stare tutto il giorno in ozio, il che era per me la maggiore sofferenza.
Ho ricevuto le Lire mille e ti ringrazio tanto – per l’avvenire informati cosa puoi spedire, ma credo che tu potrai mandarmi lire 200 alla settimana in un assegno circolare – se fossero troppe procura mene solo 100, io mi arrangerò lo stesso. Seppi che con te c’era Osvaldo; mi dispiace poveretto di arrecargli tante noie e dispiaceri, pregalo di perdonarmi.
Tanti baci cari a te, bambini e Anna. Osvaldo-nonna-Riccardo
Attilio – saluti affettuosi a tutti i parenti ed amici.
Nel caso dovessi morire farò in modo di farti prima sapere cosa desidero sia scritto sulla mia tomba. Addio Ninuccia, coraggio e rassegnazione – in alto i cuori.
Attilio”
Igor Pizzirusso
INMSLI – Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, Milano
Attilio Mazzi wurde 59 Jahre alt. Er wurde am 27. April 1885 in Verona geboren. Er war verheiratet und Vater von vier Kindern. Unternehmer von Beruf. Nach der Lehre in Frankreich eröffnete er 1910 ein Holzunternehmen in Lissone (MI). Das geschnittene und bearbeitete Holz wurde an zahlreiche Möbelwerkstätten der Gegend verkauft. Er war seit den 1920er-Jahren Antifaschist. Am 26. Juli 1943 feierte er den Sturz Mussolinis und führte einen kleinen Umzug an. In der Hand hielt er ein Plakat, auf dem Badoglio abgebildet war. Diese Geste blieb nicht unbemerkt und nach der Ausrufung der Italienischen Sozialrepublik[M1] wurde er rasch verhaftet. Im Laufe seiner Inhaftierung in Monza wurde er wiederholt Verhören durch die SS unterzogen. Am 23. Februar 1944 wurde er in das Mailänder Gefängnis San Vittore verlegt. Schließlich wurde er im Sommer in das Konzentrationslager Fossoli deportiert. Am 5. August kam er zuerst in das Lager Mauthausen und dann in das Außenlager Gusen I, wo er am 9. April 1945 verstarb.
Brief an seine Ehefrau vom 17. September 1944, Konzentrationslager Fossoli (Modena):
„Mazzi Attilio Nr 309
Konzentrationslager Fossoli (Modena)
17.9
Liebste Augusta,
da ich nie eine Antwort auf meine Briefe erhalten habe, hatte ich gedacht, diesen Brief an Mauri über eine Dame aus Lissone zu schicken, die von einem Freund von mir, ihrem Verlobten, heute oder morgen erwartet wurde. Es tut mir leid zu hören, wie anstrengend deine Reise war. Arme Nuccia, verzeih mir, aber was soll ich machen, ich wollte dich unbedingt sehen. Was soll ich dir sagen, ich habe die Vorahnung, dass ich dich nie wieder sehen werde. Heute haben wir tragische Momente erlebt und ich wurde wie durch ein Wunder nicht von den Maschinengewehrsalven getroffen. Zwanzig Zentimeter weiter unten und ich wäre voll getroffen worden. Vielleicht wäre es besser gewesen, ich bin schon alt und krank. Angesichts meines Zustands, wozu noch leben?
Nicht, dass ich Angst hätte, ganz und gar nicht, ich schwöre es dir. Wenn du dir nur ansatzweise vorstellen könntest, was für Prüfungen ich schon überstanden habe, ohne zu zittern, dann wärst du mehr als überzeugt. Aber andererseits, was willst du, ich bin müde, und vor allem bin ich krank, ich sag’s nochmal. Jedenfalls, was auch immer passiert, du musst stolz sein auf den Namen, den du trägst. Ich habe es nie bereut, ein echter Italiener zu sein, und ich werde es immer sein. Ich habe es meinen Inquisitoren immer wieder mit erhobenem Haupt gesagt. Es ist mir wichtig, das zu wiederholen, damit du es eines Tages Alberto, Aldo und Alma sagen kannst, wenn die armen Kleinen groß genug sein werden, um es zu verstehen. Seit ein paar Tagen leite ich eine Tischlerwerkstatt. Ich verbringe meine Tage mit Arbeit und bin froh, nicht den ganzen Tag untätig verbringen zu müssen, was für mich das schlimmste war.
Die tausend Lire habe ich erhalten, ich danke dir vielmals. Informiere dich für die Zukunft, was du schicken darfst. Aber ich glaube, dass du mir 200 Lire in der Woche mit einem Barscheck schicken kannst. Wenn das zu viel ist, schicke mir nur 100, ich komme schon zurecht. Ich habe erfahren, dass Osvaldo mit dir mit war. Es tut mir leid, dass der arme Kleine wegen mir so viele Unannehmlichkeiten auf sich nehmen musste. Bitte ihn, mir zu verzeihen.
Ich schicke dir, den Kindern und Anna, Osvaldo, Oma und Riccardo viele liebe Küsse
Attilio – herzliche Grüße an alle Verwandten und Freunde.
Falls ich sterben sollte, lasse ich dich vorher wissen, was ich auf meinem Grabstein geschrieben haben möchte. Lebwohl Ninuccia, sei mutig, füge dich – sei frohen Mutes.
Attilio”
Igor Pizzirusso
INMSLI – Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, Mailand