Nato 18.5.1904 in Montelupo Fiorentino Morto 21.4.1945 in Mauthausen
Biografia
Ceramista (impiegato amministrativo)
Mauthausen immatricolato col n° 56906
Era sposato con Erika Billi da cui ebbe due figli Maria e Franco. Aveva tre sorelle, Rosa (18/2/1906-26/5/1995) per tutti Rosina, che faceva la maestra, Leda e Mentana.
2 Fondò nel 1938 una vetreria artistica insieme a Natale Mancioli, anch’egli nella lista di deportazione stilata dai fascisti, dove teneva l’amministrazione. Nel 1940 lascia la vetreria e iniziò a lavorare per la Ceramica Pugi di Lastra a Signa.
La notte tra il 7 e l’8 marzo non doveva essera a Montelupo, ma a Fucecchio dove moglie e figli erano andati a trovare i genitori di lei. Venne portato via dalla casa di Piazza Vittorio Veneto all’attuale civico 21, allora civico 1, dove è stata adesso posta la pietra di inciampo.
Dal 25 marzo al 12 settembre 1944 risulta trasferito ad Ebensee, con poi due passaggi in infermeria. Conosceva le lingue e sapere lo spagnolo permise al compagno di campo ad Ebensee Dino Grazzini, barbiere di Montelupo, di salvarsi. Rolla gli passò infatti l’informazione compresa dal kapò spagnolo che i tedeschi stavano cercando un barbiere come lui. Grazzini per convincere il kapò gli promise il suo negozio di piazza della Libertà a Montelupo, qualora entrambi si fossero salvati dai lager.
Risulta assassinato a Mauthausen.
Dott. Lorenzo Nesi, Assessore del Comune di Montelupo Fiorentino
Fonti:
Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza, Guida-catalogo, progetto editoriale a cura di Camilla Brunelli, Prato 2010 (2014).
Il libro dei deportati, ricerca diretta da Brunello Mantelli e Nicola Tranfaglia, promossa da ANED-Associazione Nazionale Ex-Deportati, volume I, I deportati politici 1943-1945 (a cura di Giovanna D’Amico, Giovanni Villari, Francesco Cassata), Milano, Mursia, 2009.
Alfio Dini, La notte dell’odio, La Nuova Fortezza, Livorno 1986.
Vittorio Grazzini, 8 marzo 1944: il segreto! I ricordi di un insegnante cattolico e di un medico dalle idee liberali, a cura di Emanuele Piccini, Aleph, Montespertoli 2008.
Testimonianze orali della figlia e dei nipoti di Dino Grazzini, sopravvissuto.
Keramiker (Verwaltungsangestellter)
Häftlingsnummer 56906
Er war mit Erika Billi verheiratet, mit der er zwei Kinder hatte: Maria und Franco. Er hatte drei Schwestern: Rosa (18.02.1906–26.05.1995), die von allen Rosina genannt wurde und Lehrerin war, sowie Leda und Mentana.
1938 gründete er zusammen mit Natale Mancioli, der ebenfalls auf der Deportationsliste der Faschisten stand, eine Kunstglaserei, in der er sich um die Verwaltung kümmerte. 1940 verließ er die Glasfabrik und begann für die Ceramica Pugi in Lastra a Signa zu arbeiten.
In der Nacht vom 7. auf den 8. März sollte er nicht in Montelupo, sondern in Fucecchio sein, wo seine Frau und die Kinder seine Schwiegereltern besuchen wollten. Er wurde aus dem Haus in der Piazza Vittorio Veneto (damals Hausnummer 1, heute Hausnummer 21) verschleppt, wo sich heute ein Stolperstein befindet.
Vom 25. März bis zum 12. September 1944 war er in Ebensee, wo er zweimal im Krankenlager war. Er sprach mehrere Fremdsprachen und dank seiner Spanischkenntnisse konnte sich sein Lagerkamerad in Ebensee Dino Grazzini, ein Herrenfriseur aus Montelupo, retten. Rolla hatte von einem spanischen Kapo erfahren, dass die Deutschen einen Friseur wie ihn suchten und diese Information an Grazzini weitergegeben. Um den Kapo zu überzeugen, hatte er ihm sein Geschäft auf der Piazza della Libertà in Montelupo versprochen, falls beide das Lager überleben würden.
Er wurde in Mauthausen ermordet.
Dr. Lorenzo Nesi, Gemeinderat von Montelupo Fiorentino
Quellen:
Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza, Museumsführer-Katalog (hg. von Camilla Brunelli), Prato 2010 (2014).
Il libro dei deportati, ricerca diretta da Brunello Mantelli e Nicola Tranfaglia, unterstützt von der ANED-Associazione Nazionale Ex-Deportati, Band I, I deportati politici 1943–1945 (hg. von Giovanna D’Amico, Giovanni Villari, Francesco Cassata), Mailand, Mursia, 2009.
Alfio Dini: La notte dell’odio, La Nuova Fortezza, Livorno 1986.
Vittorio Grazzini: 8 marzo 1944: il segreto! I ricordi di un insegnante cattolico e di un medico dalle idee liberali (hg. von Emanuele Piccini), Aleph Editrice, Montespertoli 2008.
Mündliche Zeugnisberichte der Tochter und der Enkelkinder bzw. Neffen des Überlebenden Dino Grazzini.