Pietro Vittorio Pozzi (Brione di Ome (BS), Sohn von Bernardo und Caterina Guerrini.
Wohnhaft in Zanano (Ortsteil Sarezzo).
Bauer, Volksschulabschluss, nimmt am Großen Krieg in Italien und in Albanien teil
In Polizeiberichten als „maximalistischer Sozialist“ bezeichnet, wird er 1926 zusammen mit anderen wegen „Zugehörigkeit zu einer kriminellen Vereinigung zur Begehung von Straftaten gegen die öffentliche Ordnung“ angezeigt, jedoch im Ermittlungsverfahren freigesprochen. Als „gefährliches Element für die nationale Ordnung des Staates“ eingestuft, wird gegen ihn eine Verwarnungsmaßnahme verhängt. Da er sich danach keinerlei politischer Vergehen schuldig macht, wird die Maßnahme aufgehoben. In der Zwischenzeit hat er sich dem Anschein nach kommunistischem Gedankengut angenähert.
In den frühen 1930er-Jahren zieht er wegen der Arbeit zuerst nach Calcinato und danach nach Molinetto di Mazzano. Nachdem er aus dem politischen Register gestrichen ist, wird er bei der Waffenfabrik der Königlichen Armee (FARE) in Gardone Val Trompia als Arbeiter angestellt. Danach arbeitet er bei der Firma Gnutto Carlo e figli in Lumezzane. Er ist Vater von vier Kindern (eines seiner Kinder, Mario Pozzi, stirbt ebenfalls in Melk/Mauthausen) und Witwer von Maria Toniato.
Nach dem 8. September 1943 versteckt er gemeinsam mit dem Bruder Luigi junge Wehrdienstverweigerer in der Ortschaft „Stalo“. Ende Oktober nimmt er mit anderen an einem Treffen einer größeren Gruppe von Widerstandskämpfern teil, das auf der Alm von Frondine stattfindet, die zwischen den Tälern Val Sabbia und Val Trompia liegt. Zuerst gehört er einer autonomen Partisanengruppe an, danach schließt er sich der 122. Brigade Garibaldi an (der Kampfname seines Bruders Firmo ist „Catölech“). Am 7. November 1944 wird er in seiner Wohnung verhaftet. Auf Befehl und auf Anordnung der SS wird er in das Gefängnis Canton Mobello in Brescia gebracht (Häftlingsnummer 8273), wo er Gewalt ausgesetzt ist. Am 20. November wird er zusammen mit dem Bruder Luigi Rodolfo und seinem Sohn Mario in das Lager Bozen-Gries, Block E verlegt (Häftlingsnummer 6411), wo er bis zum 14. Dezember bleibt. Schließlich wird er am 19. mit dem von der Sicherheitspolizei Verona organsierten Transport 111 in das Lager Mauthausen deportiert (Häftlingsnummer 114073). Er wird als Schutzhäftling eingestuft.
Angegebener Beruf: Landwirt.
Am 3. Januar 1945 wird er in das Außenlager Melk verlegt. Verstorben aufgrund von akuter Herzinsuffizienz, Kollaps.
Bibliografie:
M. Ruzzenenti, La 122° brigata Garibaldi e la resistenza nella Valle Trompia, Nuova ricerca, Brescia 1977, S. 122–123.
Weitere Quellen:
Zentrales Staatsarchiv, Ministerium für Inneres, Generaldirektion für Öffentliche Sicherheit, CPC, Heft 89738.
Verweise:
122. Garibaldi-Brigade, Canton Mombello (BS), Bolzano-Gries, Mauthausen, Melk
ANED: POZZI PIETRO VITTORIO |
Podcast-Link: https://open.spotify.com/episode/5MCX6hMViqo28SJ0kSLF4G
Pietro Vittorio Pozzi (Brione di Ome (BS) 2 agosto 1892 – Melk (Mauthausen) 11 marzo 1945) di Bernardo e Caterina Guerrini.
Risiede a Zanano (fraz. di Sarezzo).
Contadino, provvisto di licenza elementare, partecipa alla Grande guerra sia in Italia che in Albania.
Indicato nei rapporti di polizia come “socialista massimalista”, nel 1926 viene denunciato, unitamente ad altri, in quanto facente parte di una “associazione a delinquere diretta a commettere reati contro l’ordine pubblico”, ma viene assolto in istruttoria. Considerato “elemento pericoloso all’ordine nazionale dello Stato”, viene sottoposto al provvedimento dell’ammonizione. Non dando successivamente adito a rilievi politici di sorta, gli viene sospeso il provvedimento. Nel frattempo pare che si sia avvicinato alle idee comuniste. Nei primi anni Trenta, per ragioni di lavoro, si trasferisce prima a Calcinato e quindi a Molinetto di Mazzano. Radiato dallo schedario politico, è occupato come operaio presso la Fabbrica d’armi del Regio Esercito (FARE) di Gardone Val Trompia e, successivamente, alla Gnutti Carlo e figli di Lumezzane.Padre di quattro figli (di cui uno, Mario Pozzi, morirà a Melk/Mauthausen), vedovo di Maria Toniato, dopo l’8 settembre del 1943, insieme al fratello Luigi, nasconde dei giovani renitenti alla leva in località “Stalo”. Alla fine di ottobre partecipa con altri all’incontro tra un nutrito gruppo di resistenti radunati nella malga di Frondine, a cavallo tra la Val Sabbia e la Val Trompia. In un primo momento appartiene ad un gruppo partigiano autonomo, poi si aggrega alla 122° Bgt. Garibaldi (il fratello Firmo aveva nome di battaglia “Catölech”). Il 7 novembre del 1944 viene arrestato nella sua abitazione. Condotto nel carcere di Canton Mombello di Brescia (matr. 8273) su ordine della GNR e a disposizione delle SS, è sottoposto a violenze. Il 20 novembre, è trasferito nel campo di Bolzano-Gries (matr. 6411), Blocco E, col fratello Luigi Rodolfo e il figlio Mario. Vi rimane sino il 14 dicembre. Viene quindi deportato nel lager di Mauthausen (num. 114073) il 19 col trasporto n. 111 tramite la Sicherheitspolizei (Sipo-Polizia di sicurezza) di Verona. È classificato come Schutzhäftling (Schutz-deportato per motivi di sicurezza).
Mestiere dichiarato: agricoltore.
Viene trasferito nel sottocampo di Melk il 3 gennaio 1945.Deceduto per insufficienza cardiaca acuta, collasso.
Bibliografia:
D. Venegoni, Uomini, donne e bambini nel lager di Bolzano. Una tragedia italiana in 7809 storie individuali, Mimesis, Milano 2004, ad nomen;
I. Tibaldi, Compagni di viaggio. Dall’Italia ai Lager nazisti. I “trasporti” dei deportati 1943-1945, Franco Angeli, Milano 1994;
B. Mantelli-N. Tranfaglia (a cura), Il libro dei deportati, vol. 1, I deportati politici 1943-1945, Tomo 2, Mursia, Milano 2009, ad nomen;
R. Anni, Deportati operai in Germania: il caso bresciano, in R. Anni-E. Pala (a cura), 1943-1945: attendere, subire, scegliere. Nuove linee di ricerca sul periodo della Resistenza bresciana, Annali dell’Archivio storico della resistenza bresciana e dell’Età contemporanea, X, Brescia 2014, p. 64;
M. Ruzzenenti, La 122° brigata Garibaldi e la resistenza nella Valle Trompia, Nuova ricerca, Brescia 1977, pp. 122-3;
R. Ragnoli, I caduti per la Resistenza nelle valli Trompia e Sabbia, in <>, n. 13, 1982, p. 76;
V. Morelli, I deportati italiani nei campi di sterminio 1943-1945, Scuole Grafiche Pav. Artigianelli, Milano 1965, p. 418.
Altre fonti:
Registro matricola carcere di Canton Mombello (BS), ad nomen;
Archivio storico ANED Brescia, B. 14, fasc. 164, sf. ad nomen;
Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Direzione Generale di Pubblica Sicurezza, CPC, fasc. 89738;
Archivio Storico della Resistenza Bresciana (ASRB), Carte ITS (International Tracing Service) Bad Arolsen, ad nomen;
ASRB, Fondo Morelli, B. 65/e, fasc. V II 1, Reg. 4;
Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 130 del 22 maggio 1968, Elenco nominativi delle domande accolte per gli indennizzi ai cittadini italiani colpiti da misure di persecuzione nazionalsocialiste di cui alla legge, n. 404.
Riferimenti:
122° Brigata Garibaldi, Canton Mombello (BS), Bolzano-Gries, Mauthausen, Melk
ANED: POZZI PIETRO VITTORIO |
Podcast-Link: https://open.spotify.com/episode/5MCX6hMViqo28SJ0kSLF4G